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7 luglio 2014

Stephen King contro Amazon

Fa discutere la lettera aperta ai lettori dello scrittore Douglas Preston (autore di techno thriller) sulla disputa tra Amazon e la casa editrice Hachette. La lettera è stata firmata da importanti nomi come Stephen King e John Grisham e ha suscitato le reazioni di chi, meno blasonato, ha iniziato a farsi strada proprio grazie alle vendite on-line.

Amazon, nella sua perenne campagna di espansione, ha richiesto condizioni di prezzo più favorevoli per l'uscita dei volumi di Hachette in e-book. Al rifiuto, Jeff Bezos, il proprietario di Amazon, ha di fatto ostacolato la vendita di libri di autori pubblicati da Hachette attraverso il suo sito, riducendo anche le scorte dei libri di questi autori nei magazzini.
Il colosso dell'e-commerce di Bezos è accusato di fare pressioni sulle case editrici allungando i tempi di consegna dei libri e sconsigliandone la prenotazione. Da parte di Amazon ci sarebbe la volontà di mantenere i prezzi degli e-book a un livello accessibile, mentre Hachette li vorrebbe alzare artificiosamente, portando i prezzi sopra a quelli dell'edizione cartacea dei medesimi libri.


I grandi scrittori chiedono ad Amazon di porre fine al boicottaggio degli autori su cui ha costruito il suo business. Preston, l'autore della lettera, ha visto le vendite dei suoi libri cadere vittima delle ritorsioni di Amazon, dove i suoi libri sono in calo del 60%.
La risposta degli scrittori che proprio grazie ad Amazon si sono fatti conoscere è arrivata attraverso una petizione (che potete leggere qui), dove ci si rivolge direttamente ai lettori: "Senza di voi non esisteremmo" si dice "Un tempo gli editori controllavano l'industria dei libri, decidevano le storie che dovevate leggere, stabilivano i prezzi, pagavano poco gli autori. Amazon, invece, si fida di voi, di quello che decidete di leggere, cerca di tenere i prezzi più bassi possibili».  Affermazione che Loredana Lipperini contesta sul suo blog: "Non è vero che sono i lettori a decidere, proprio no" afferma "perché i lettori di Amazon sono quanto meno condizionati dai “suggerimenti” di Amazon, e i suggerimenti, come ormai dovrebbe essere noto, sono decisi dagli algoritmi di Amazon, e come dovrebbe ugualmente essere noto, Amazon guadagna dagli autori autopubblicati: poco da moltissimi, com’è ormai la prassi."
Qui il post della giornalista e scrittrice su Lipperatura in cui dice di non starci a questa 'guerra' (se di guerra si tratta) e che non sarebbe in gioco il diritto all'autopubblicazione, ma il più "sacrosanto diritto a non volere un monopolio planetario".
"... Non è " - prosegue la Lipperini - "presentando la faccenda come una guerra fra Casta degli scrittori e Cittadini autopubblicati, [...], che si esce da una crisi editoriale senza precedenti e da una possibile, e in parte già vera, spaventosa concentrazione di potere".


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