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29 dicembre 2014

Cuori in Atlantide, Hopkins un perfetto Brautigan

Hile, folken!
                   Mi sono visto per la primissima volta il film del 2001 con Anthony Hopkins tratto dal racconto 'Uomini bassi in soprabito giallo', contenuto nella raccolta Cuori in Atlantide. Probabile che abbiano intitolato il film come la raccolta intera perchè suona assai meglio.

La sceneggiatura rispetta fedelmente il racconto di King: un misterioso signore di nome Ted Brautigan va ad abitare accanto alla casa del piccolo Bobby Garfield, da poco undicenne, che vive insieme alla madre. Tra Brautigan e il piccolo nasce all'istante una forte complicità, ma presto Ted gli rivelerà che non potrà restare in paese a lungo, dei misteriosi 'uomini bassi' lo cercano (nel film non viene chiarito il motivo).
Mentre, invece, la natura della 'gente bassa' è ben nota ai lettori di King e della Torre Nera in particolare: altri non sono che i Can-toi, esseri con sembianze animalesche che si camuffano da umani e che sono al servizio del Re Rosso. Il loro compito è catturare le persone con spiccate doti psichiche, i 'Frangitori', per sfruttarle al fine di far crollare la Torre, asse portante degli universi.

La storia, però, tocca corde molto più profonde. Narra il passaggio dall'infanzia all'età adulta, i sogni e i desideri che col passare degli anni svaniscono e muoiono; la spensieratezza della gioventù e la precarietà della vita.
Il film è molto semplice, e l'interpretazione di Hopkins contribuisce ad elevarne la qualità. Non riuscirete a trattenere le lacrime e a non amare il rapporto sinergico che si crea tra il vecchio Brautigan e Bobby, il cui ruolo da adulto è interpretato da David Morse (il Brutal de 'Il Miglio Verde').

Insomma, ve lo consiglio caldamente.

Alla prossima, lunghi giorni e piacevoli notti

                                                                                             Maurizio

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