APPUNTAMENTO AL 21 MAGGIO CON LA NUOVA ANTOLOGIA DEL RE

2 settembre 2015

Le risposte di King ai lettori del New York Times

Stephen King ha risposto ad alcune domande dei lettori in seguito al suo articolo apparso sul New York Times.





Qui un sunto dei quesiti e delle risposte di King

Cyndy: "Come fai a creare nuovi personaggi, dare loro vita, ed evitare di ripeterti?"
Risposta: "La cosa importante è lasciare che la storia plasmi i personaggi. [...] Se le storie cambiano, lo fanno anche le persone. A parte Roland di Gilead e Bill Hodges, raramente torno sugli stessi personaggi. Incontrare nuove persone e vederne il cambiamento è come conoscere nuovi amici."

Stephen chiede: "Molti autori impiegano anni per creare le loro opere e per determinare come i loro personaggi si muoveranno. Pianifichi meticolosamente i tuoi libri o le idee ti vengono all'improvviso mentre scrivi?"
Risposta: "Parto da una situazione interessante, e poi vedo come si sviluppa. Nella maggior parte dei casi ho un'idea di come finirà, ma spesso mi sbaglio."

Brad: "Fino a che punto si estende la tradizione letteraria di cui fai parte? Credo tu abbia indicato Bradbury e Lovecraft come predecessori del tuo genere. [...]"
Risposta: "Lovecraft mi ha influenzato, ma ho perso interesse per i suoi "orrori senza nome" intorno ai 20 anni. Richard Matheson è l'autore che più ha influito sul mio lavoro, lui ha portato l'orrore in periferia, tra la gente che conoscevo. E sì, mi considero più uno scrittore Americano che uno scrittore di horror e suspense. Amo la lingua americana, [...] e mi piacerebbe se la gente dicesse di me: 'La sua scrittura riflette fedelmente l'America in cui ha vissuto'."

Jake: "Il saggio (di King: NdT Maurizio Ragusa) cerca di cancellare la distizione tra narrativa di genere e letteratura alta. Finge di non aver notato che gli autori di fantascienza di successo sono abitualmente prolifici. I fruitori di narrativa di genere capiscono relativamente poco. Non assaporano i libri, li divorano e ne chiedono subito altri. [...] Non badano molto alle finezze letterarie. Il compito di un autore di genere è quello di alimentare questo appetito, non di creare opere durature e significative. Un autore di fantascienza è mediamente più prolifico di quanto lo siano mediamente gli scrittori di letteratura alta."
Risposta: "In questa esposizione ci sono molti postulati non dimostrabili, in particolare che i consumatori di letteratura di genere non capiscono molto. Potrei obiettare, ma Jake cambierebbe idea? Credo di no." 

Kim Louise domanda: "Che ne pensa dei libri inediti che vengono pubblicati spesso dai parenti di alcuni autori dopo la loro morte, o di qualcuno che proseguisse la scrittura di qualcosa di suo (ad esempio La Torre Nera) perchè lei non è più nelle condizioni di farlo?"
Risposta: "Non avrei mai permesso a un altro scrittore di proseguire la serie della Torre Nera. [...] La decisione di pubblicare le mie opere finite, se diventassi mentalmente incapace, sarebbe nelle mani di mia moglie e dei miei figli, e confido in loro. Come ho fiducia in loro per completare un lavoro che stavo per finire."

Barbara: "King non è della stessa categoria degli autori letterari a cui si paragona [...], ma è forse il miglior autore di letteratura di svago della sua generazione. Pet Sematary ha avuto un così forte impatto su di me che dovetti chiamare un mio amico alle 3 del mattino... Sono passati 30 anni da quella notte e ancora ne ridiamo."
Risposta: "Questo è quello che voglio dai lettori: quella reazione viscerale. [...]"

Brett: "Quando ti accorgi di un punto debole della scrittura, come fai a rafforzarlo?"
Risposta: "L'unico modo per affrontare le debolezze è isolarle. Lo si può fare leggendo le recensioni dei critici che si focalizzano sullo stesso aspetto negativo; se molti dicono che qualcosa non va, probabilmente è così. [...] Bisogna soprattutto guardare al proprio lavoro con occhio freddo."

Cheryl, da ultima: "Come pensi che evolverà la narrativa per attirare l'attenzione delle nuove generazioni? Cosa pensi si sia guadagnato, e cosa abbiamo perso?"
Risposta: "Credo che l'evoluzione della narrativa sia nel complesso un mito. [...]" 


QUI l'articolo di King che ha suscitato le domande dei lettori

[fonte: nytimes.com]



Nessun commento:

Posta un commento