La vicenda dell'annosa querelle di questo contestatissimo "adattamento"
Il film venne acquistato poi dalla Allied Vision e distribuito dalla New Line Cinema.
Il regista Brett Leonard pensò bene di espandere il racconto fondendolo con Cybergod, una sua sceneggiatura già pronta, incentrata su un esperimento sulla realtà virtuale.
Il film del 1992 con Pierce Brosnan contiene solo una scena in cui una falciatrice si anima, una insignificante analogia con la storia di King.
Stephen King stesso non sapeva nemmeno che il film fosse stato girato, lo scoprì vedendone i manifesti in un cinema della sua città.
Così si espresse il Re: "E' la più grossa truffa che si possa immaginare dal momento che non ho niente a che farci. La cosa mi rende furioso... Il mio nome non dovrebbe comparire. La New Line è solo interessata a sfruttarmi."
Il presidente della New Line si difese dicendo che pensavano di aver acquistato anche il diritto di usare il nome di King: "E' ciò per cui abbiamo pagato" - disse - "Il suo nome è la cosa più importante che abbiamo comprato".
King li citò in giudizio, sostenendo che il film non aveva "la minima attinenza" con il suo racconto. Come risarcimento pretese ed ottenne tutti i profitti derivanti dall'uso del suo nome, e che in futuro il suo nome non fosse più associato alla pellicola.
Desiderio che è stato soddisfatto, dato che anche nelle recenti versioni Blu Ray King non compare più in copertina.
[fonte: America's Best Loved Boogeyman di George Beahm]
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