In Italia non viene più stampato dal lontano 1991, fu la Salani a pubblicarlo per l'ultima volta.
S'intitola Unico indizio la luna piena (Cycle of the Werewolf nell'edizione originale) ed è un racconto relativamente breve e che non spicca nella vasta produzione di Stephen King, ma per i collezionisti italiani è diventato quasi un oggetto di culto, da custodire con gelosia o da ricercare ossessivamente...
E pensare che l'idea della storia non nacque direttamente da King, e non doveva nemmeno diventare un libro, bensì... un calendario.
Ecco com'è andata.
Stephen King pare abbia candidamente ammesso di aver accettato il progetto di Cycle of the Werewolf perché era un po' alticcio quando, durante la World Fantasy Convention di Providence nel 1979, gli si avvicinò un giovane editore del Michigan di nome Christopher Zavisa.
L'editore, che aveva fondato la Land of Enchantment Press, voleva che King presentasse una serie di 12 vignette che sarebbero state accompagnate dalle illustrazioni di Bernie Wrightson e dalle griglie dei mesi del calendario.
B. Wrightson 1948 - 2017 |
I diritti per un calendario di Stephen King li deteneva però la New American Library, che permise a Zavisa di realizzare il progetto con l'autore a patto che si trattasse di un'edizione a tiratura limitata, superando così il conflitto contrattuale. Una volta esaurite le copie, la NAL avrebbe potuto di conseguenza commercializzare l'opera col suo marchio.
La struttura a episodi mensili fece venire in mente a King le fasi lunari, e di conseguenza Steve pensò di incentrare il racconto attorno alla figura di un lupo mannaro. Decise anche di prendersi una "licenza creativa", come l'ha chiamata lui, immaginando che nei giorni festivi di ogni mese ci fosse la luna piena (la moglie Tabitha non era molto convinta di questa libertà che si era preso...)
La cosa che più preoccupava King del progetto erano le 500 parole stabilite per ogni segmento narrativo. Con l'intenzione di terminare il lavoro entro due settimane, scrisse subito le prime tre parti e poi mise le carte da parte dedicandosi ad altri lavori più impegnativi.
Nel gennaio 1981 Zavisa lo chiamò per sentire come procedeva il tutto. Stephen dissimulò, dicendo che stava andando tutto bene. E Zavisa ne fu contento, dato che tra l'altro Wrightson stava già iniziando le bozze preliminari.
A febbraio i King volarono in vacanza a Puerto Rico per alcuni giorni (Steve si era comunque portato dietro l'occorrente per proseguire a lavorare). Scrisse la puntata del mese di aprile su un volo che dovette ritornare indietro a New York perché un passeggero aveva avuto un infarto, e l'episodio di maggio durante il secondo tentativo di raggiungere San Juan. Addirittura, il capitolo di giugno lo buttò giù approfittando di un ritardo dell'agenzia di autonoleggio...
Insomma, la stesura non proseguiva nelle condizioni ideali, e il formato ridotto soffocava la sua creatività.
Poi, all'improvviso, si accese una luce nella mente di King, che aveva trovato la chiave per far svoltare la storia, ma andò ben oltre le 500 parole concordate con l'editore.
Tornato dalle vacanze, Stephen dovette affrontare la realtà e dire a Zavisa che il racconto non poteva più restare imprigionato in un calendario, ma poteva diventare un piccolo libro. E l'editore non fu affatto contrariato, anzi. Probabilmente, come sospetta anche King, era il suo desiderio fin dall'inizio, ma non ebbe il coraggio di confessarlo.
Unico indizio la luna piena venne dunque pubblicato nel 1983 dalla Land of Enchantment in un'edizione limitata di 7500 copie venduta a 38 dollari e 50 cents solo presso rivenditori specializzati. Fu stampata anche una versione deluxe con custodia in soli 350 pezzi autografati da autore e illustratore, 100 dei quali contenevano un disegno originale a mano di Bernie Wrightson.
"Ho dovuto fare lo stesso disegno del lupo mannaro cento volte." - ricordava l'artista in un'intervista a George Beahm del 2009 - "Ho abbozzato una faccia da licantropo come modello e l'ho copiata ripetutamente. Siccome non avevo mai fatto nulla di simile prima, non immaginavo quanto sarebbe stato noioso e prosciugante. Dopo una dozzina di disegni, stavo pensando: questa è una condanna a vita e io sono all'inferno."
Col tempo l'edizione è diventata ricercatissima dai collezionisti forti, e quotata anche oltre il migliaio di dollari.
Stephen King lo riteneva un piccolo progetto non degno di nota per la sua carriera, non venne nemmeno inserito nell'elenco aggiornato delle opere insieme a The Gunslinger (L'ultimo cavaliere) quando nel 1983 uscì negli Stati Uniti il romanzo Pet Sematary.
Tuttavia, nell'aprile 1985 venne messo regolarmente in commercio per il pubblico in un'edizione tascabile, e nell'ottobre dello stesso anno fu proposto allegato alla sceneggiatura del film (Silver Bullet) scritta anch'essa da King.
Edizione Signet, 1985 |
Ed ecco qui le uniche 4 edizioni che si sono viste sul suolo italico:
Longanesi 1986
Club degli Editori 1986
Tea Due 1989
(non illustrata)
Salani 1991
Intanto, dal 13 agosto 2019 è stata messa sul mercato americano una nuova ristampa del libro sotto il marchio Gallery 13 della Simon & Schuster.
Sul fronte italiano non conosco esattamente come stiano le cose dal punto di vista dei diritti, che immagino siano scaduti in attesa che si attivi qualche editore interessato.
Una curiosità per chiudere: nel 2016 la Nakatomi ha collaborato con l'artista Bernie Wrightson al suo primo Kickstarter Project stampando un portfolio esclusivo con le 12 tavole a colori disegnate per il racconto di King, insieme al quale era possibile ricevere il calendario per l'anno 2017 che trasformava in realtà l'idea iniziale di abbinare a ogni mese un'illustrazione.
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