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29 settembre 2015

Carrie | «Sangue di maiale per un maiale»

di Maurizio Ragusa
29 settembre 2015



- SPOILER ALERT -

Il primo romanzo pubblicato da Stephen King nel 1974 narra la drammatica vicenda di Carrie White, una timida liceale dotata di poteri telecinetici e succube del fanatismo religioso della madre Margaret che le vieta di conoscere il mondo esterno, ritenuto da lei immondo. Carrie manifesta le sue doti paranormali in momenti di forte stress emotivo, come le capita un giorno nelle docce della scuola, mentre viene derisa dalle compagne di classe perché terrorizzata dalla sua prima mestruazione. Per l'increscioso episodio viene punita solo Chris Hargensen, a cui il preside vieta di partecipare al ballo di fine anno. Solo Susan Snell si pente di aver preso in giro Carrie, e per rimediare chiede al suo ragazzo di invitarla al ballo al posto suo. Un'occasione unica per Carrietta, che vede in questa insperata opportunità la possibilità di uscire dal suo guscio, ignara che quando salirà sul palco per l'incoronazione a Reginetta del ballo l'attenderà un'umiliazione atroce. Quello sarà il momento in cui far scatenare tutta la sua furia omicida...





FANATISMO RELIGIOSO

Il personaggio di Margaret White è il prototipo di fanatico religioso terrorizzato da tutto ciò che è mondano, ossessionato dal sesso, che aborre come mortale atto peccaminoso.

Tant'è che Carrie stessa diviene simbolo del peccato carnale commesso col marito Ralph. Ergo, una figlia nata nel vizio va nascosta al mondo, segregata in una casa senza specchi (la vanità è il male) e tenuta all'oscuro di come si "diventa" donne.

Margaret è l'emblema di una certa mentalità puritana, bigotta e chiusa in se stessa.





INADEGUATEZZA

Carrie manifesta i suoi poteri telecinetici quando viene sollecitata emotivamente da un evento che la disturba o la spaventa. In primis, dunque, in occasione dei soprusi che attua nei suoi confronti la madre e quando presa in giro dai compagni di scuola. King, attraverso l'espediente sovrannaturale delle doti di Carrie, ci mostra cosa potrebbe scatenarsi nel cuore di un'adolescente non ancora sbocciata che vede il mondo andarle contro, trattandola come fosse un mostro.

Negli immaginari articoli che King riporta nel romanzo si afferma che la telecinesi si manifesta in Carrie quando viene messa in una situazione estrema di tensione e senso di colpa (paura di morire dissanguata, colpa della maturazione fisica, derisione dei compagni).

Una concezione espressa anche ne L'esorcista di William Blatty, romanzo del 1971 che con Rosemary's Baby rilanciò in quel periodo storico il filone letterario horror-demoniaco.
Così si esprime il dottor Klein sui disturbi che affliggono la piccola Regan: [...] "sull'argomento non ne sappiamo molto, ma pare che le origini vadano ricercate in qualche conflitto psichico, o nel senso di colpa." 

Cito ancora da Blatty: "A quanto pare, una tensione interna tanto forte da attingere il cervello, a volte può scatenare chissà quale energia [...] che riesce a muovere a distanza gli oggetti che si trovano entro una certa cerchia dalla fonte." 

Carrie, però, cercherà di uscire da questa sua condizione che la isola e la emargina, ribellandosi perfino alla madre-padrona Margaret, minacciando di distruggere la casa se non la lascerà andare al ballo della scuola:

"Voglio solo che mi lasci vivere la mia vita", le sbraita in faccia Carrietta.

Il primo vero atto di autodeterminazione della protagonista, che da brutto anatroccolo spera di trasformarsi in cigno.




BULLISMO

La maggioranza degli alunni della Ewen School conosce solo di vista Carrie, che passa per lo più inosservata. E' il bersaglio da schernire e di cui sogghignare malignamente, con una ingenua cattiveria innata che può avere chiunque a sedici anni. 

King fa dunque della protagonista un personaggio con cui il lettore non può non entrare in empatia, e affronta magistralmente quel fenomeno tipico degli ambienti scolastici in cui vengono attuati comportamenti vessatori nei confronti di soggetti ritenuti deboli e indifesi. Un modus operandi spesso attuato in gruppo, proprio come avviene nell'episodio delle docce, in cui Chris e altre ragazze irridono Carrietta lanciandole addosso degli assorbenti, e gridandole "tàppatela!". Di quel gruppo faceva parte anche Susan Snell, il cui profilo è molto interessante da studiare. Qualcosa differenzia Sue dal resto della massa, un mormorio che riecheggia nella sua coscienza. Si mostra pentita di aver preso in giro Carrie, al punto da ricevere la disapprovazione altrui, come se distaccarsi dal (becero) pensiero comune facesse di lei una persona da disprezzare.

"... eravamo dei ragazzini."

Questo afferma Susan nel libro che pubblica nel 1986 (Il mio nome è Susan Snell), in cui riporta la sua personale testimonianza sulla tragica conclusione della storia di Carrie White.
Da adulta Sue cerca di analizzare i motivi in base ai quali ragionava da adolescente, giungendo a non trovare una soluzione vera e propria, constatando banalmente come da ragazzini si agisca a volte senza sapere perché, senza capire cosa c'è nella propria testa. 

Al lettore viene data però la possibilità di vedere in Susan qualcosa di positivo; Susan si pente, si rende conto che prendersela coi più deboli è da vigliacchi, e vuole rimediare (espiare?) chiedendo al suo ragazzo di portare Carrie al ballo al posto suo. Susan, probabilmente, aveva già dentro di sé il senso del giusto, ma per una inspiegabile volontà di appartenenza al "branco" si era accodata ai cori contro Carrie.




ROSSO SANGUE

Il romanzo d'esordio di Stephen King è una storia dominata dal colore del sangue, partendo subito con la scena nelle docce della scuola dopo l'ora di ginnastica, dove assistiamo al panico di Carrie quando vede del liquido rosso scenderle copioso tra le gambe, ignara che si tratti della sua prima (tardiva) mestruazione.

Rosso come il sangue è il colore dell'abito che Carrie indosserà al ballo: "Rosso", disse la mamma. "Avrei dovuto immaginarlo che sarebbe stato rosso."

E infine la doccia di sangue che rappresenta la vendetta di Chris Hargensen, realizzata con l'aiuto del fidanzato Billy Nolan.

 "Sangue di maiale per un maiale"
commenta Billy in modo agghiacciante.


Carrie subirà l'oltraggio di ritrovarsi in pubblico lorda del sangue di un animale ritenuto impuro in molte culture: i suini sono creature indegne per ebrei e musulmani, per i cristiani simboleggiano i peccati. In generale, il maiale è associato anche a Satana, per via delle impronte delle sue zampe (non a caso il titolo italiano del film di De Palma recita "Carrie-Lo sguardo di Satana"...)





REALISMO

L'intero romanzo alterna sapientemente parti narrate e notizie sulla storia di Carrie White provenienti da manuali scientifici, articoli di giornale e lettere. Una scelta stilistica che ha conferito realismo cronachistico alla vicenda, oltre ad esser tornata utile all'autore per aggiungere pagine a quello che altrimenti sarebbe rimasto un racconto breve.

Anche la scena topica del finale viene raccontata affidando il resoconto dell'accaduto alle parole di Norma Watson pubblicate su "Siamo sopravvissuti al ballo nero", che King finge sia apparso sul Reader's Digest dell'agosto 1980.

Un espediente letterario che dà un tocco in più di veridicità alla narrazione di questo potente esordio di uno degli autori viventi più celebri al mondo.


4 commenti:

  1. Ho appena scoperto il tuo blog, da grande appassionata del Re mi sono stupita di non averlo mai trovato prima! Ottima recensione, comunque, molto accurata ^^

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    1. Grazie, mi fa piacere sapere che il blog ti sarà utile :-)

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  2. Complimenti per la recensione e per il blog dove trovo tutte le novità sul Nostro Scrittore Preferito.

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