2 settembre 2019
Stephen King ha rilasciato una breve intervista al magazine Rolling Stone a pochi giorni dall'uscita del suo nuovo romanzo L'Istituto, dal 10 settembre in libreria.
Quando il Re ha iniziato a scrivere il libro, Donald Trump era ancora lontano dal vincere le elezioni presidenziali. Ma L'Istituto - incentrato sul rapimento di un dodicenne strappato ai genitori con la forza - ricorderà a qualche lettore le recenti politiche americane sull'immigrazione.
"Non riesco a non fare paragoni tra quanto succede nella mia storia e quelle foto di bambini in gabbia" - dice King - "Certe volte la fantasia anticipa la realtà."
Come IT, L'Istituto narra di bambini che combattono il Male, ma possiedono poteri psichici che un'organizzazione vuole carpire.
"Volevo scrivere un libro come Tom Brown's School Days" - dice King, riferendosi al romanzo di Thomas Hughes del 1857 su un collegio britannico - "ma all'inferno."
L'organizzazione fantasma che va a caccia di questi ragazzi "speciali" fa pensare subito alla serie tv Stranger Things, che si ispira molto alle opere kinghiane.
"Mi piace molto Stranger Things" - ammette l'autore - "L'Istituto è un altro libro sui bambini che da soli sono indifesi, ma uniti possono fare qualcosa di potente."
Molto prima anche di IT, ragazzini con poteri sovrannaturali erano già al centro di storie di Stephen King come Carrie, Shining e L'incendiaria.
"Alle persone capita di tornare a quello che per loro ha funzionato. Penso che i bambini posseggano qualcosa di magico. Quando ero giovane traevo ispirazione dai miei figli piccoli. Ora che sono più vecchio attingo dai miei nipoti, osservo come si comportano."
Ma c'è già un nuovo progetto per il 2020, intitolato If It Bleeds e in cui ritroveremo il personaggio di Holly Gibney (Mr. Mercedes, The Outsider) alle prese con una nuova indagine.
"E' praticamente quasi pronto" - ha dichiarato King, senza sbottonarsi di più. Il forte interesse attorno al suo lavoro lo ha spinto ad andare avanti. "Ho 71 anni, molte persone della mia età sono state dimenticate. E' molto gratificante avere ancora tanto successo."
Ritirarsi è l'ultima cosa che gli passa per la testa: "Deciderà il Signore, non io. Ma capirò quando sarà il momento di smettere. Magari crollerò sulla mia scrivania o esaurirò le idee. Finché sento che sto facendo un buon lavoro, non riesco a pensare di fermarmi."
[fonte: rollingstone.com]
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