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8 settembre 2019

Stephen King: «Sono sopravvissuto alla maggior parte dei miei critici»

8 settembre 2019

Stephen King è stato intervistato dal Guardian, dove è tornato a parlare del suo nuovo libro in uscita martedì 10 settembre, di Trump e soprattutto del suo mestiere di scrittore.


Carrie venne pubblicato sullo sfondo dello scandalo Watergate, la guerra in Vietnam e il rapimento di Patty Hearst. Oggi l'America è ancora uno scenario spaventoso di cui scrivere?

"Il mondo intero fa paura, non solo l'America" - ha risposto King - [...] "Le paure vanno e vengono, ma a tutti piace credere ai mostri immaginari al posto di quelli reali."



Nei tuoi lavori c'è, però, una fede di fondo nell'umanità. Significa che quindi pensi che la maggior parte della gente sia sostanzialmente buona?

"Sì, la maggior parte delle persone lo è. Ci sono più persone che fermerebbero un attacco terroristico di quante ne attuerebbero uno. Solo che non fa notizia."



Hai iniziato la carriera da autore marchiato come venditore di orrore a buon mercato. Ora sei considerato un patrimonio nazionale. Come ci si sente ad essere più rispettabili?

"E' bello anche essere solo semi-rispettabile. Sono sopravvissuto alla maggior parte dei miei critici più aggressivi. Mi fa molto piacere dirlo. Questo fa di me una cattiva persona?"



Non è dovuto al fatto che il confine tra narrativa letteraria e di genere è diventato più sottile?

"Bè, almeno per quanto mi riguarda, c'è una linea del tutto soggettiva tra la cultura alta e bassa. L'aria La donna è mobile del Rigoletto è alta, per esempio. Sympathy for the Devil degli Stones è bassa. Sono entrambe cose fantastiche, quindi vai a capire..."



Ami scrivere con la musica a tutto volume. Non è un fattore che distrae? Non incide sul ritmo e il tono di un tuo libro?

"Adoro il rock: più forte è meglio è. La musica che mi capita di ascoltare può influenzare a volte la scelta delle parole, o ispirarmi una nuova frase. Ma non intacca mai il mio stile."



Sei notoriamente molto prolifico. Cosa pensi di quegli autori che spendono anni a progettare e riscrivere un romanzo?

"Ogni scrittore è diverso. Per quanto mi riguarda, una prima bozza dovrebbe richiedere circa quattro mesi. Ritorno ossessivamente sul mio lavoro. E c'è un'altra cosa: la vita creativa è davvero breve. Voglio riempirla più che posso."



Ti sei mai costretto a rallentare?

"No, mai volontariamente." [...]



Hai detto che i tuoi personaggi a volte parlano nella tua testa al punto da cancellare il mondo reale. Questo fa sembrare scrivere fiction ai limiti della malattia mentale...

"Non penso che scrivere sia un disturbo mentale, ma quando lavoro - e le cose vanno alla grande - il tempo e il mondo circostante svaniscono."



Sei mai stato ossessionato da un personaggio o un libro che pensavi di aver accantonato?

Mi è capitato con qualche personaggio, come Holly Gibney in Mr. Mercedes e The Outsider, o Roland di Gilead, ma sono eccezioni."



Hai collaborato con Peter Straub alla saga del Talismano, e con i tuoi figli Joe e Owen. Con chi altro vorresti scrivere?

"Mi piacerebbe lavorare con Colson Whitehead, Michael Robotham, Linwood Barclay, Alex Marwood, Tana French. Non ci sarà tempo, immagino, ma questi sarebbero un bel mix." [...]



Immagina se il Presidente ordinasse che tutti i libri in America devono essere bruciati. Scegli tre dei tuoi che salveresti.

"Domanda sciocca, ma proverò a rispondere. La storia di Lisey, L'ombra dello scorpione e Misery.


[fonte: theguardian.com]


Dal 10 settembre in libreria!



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