Stephen King ha risposto ad alcune domande dei lettori in seguito al suo articolo apparso sul New York Times.
Qui un sunto dei quesiti e delle risposte di King
Cyndy: "Come fai a creare nuovi personaggi, dare loro vita, ed evitare di ripeterti?"
Risposta: "La cosa importante è lasciare che la storia plasmi i personaggi. [...] Se le storie cambiano, lo fanno anche le persone. A parte Roland di Gilead e Bill Hodges, raramente torno sugli stessi personaggi. Incontrare nuove persone e vederne il cambiamento è come conoscere nuovi amici."
Stephen chiede: "Molti autori impiegano anni per creare le loro opere e per determinare come i loro personaggi si muoveranno. Pianifichi meticolosamente i tuoi libri o le idee ti vengono all'improvviso mentre scrivi?"
Risposta: "Parto da una situazione interessante, e poi vedo come si sviluppa. Nella maggior parte dei casi ho un'idea di come finirà, ma spesso mi sbaglio."
Brad: "Fino a che punto si estende la tradizione letteraria di cui fai parte? Credo tu abbia indicato Bradbury e Lovecraft come predecessori del tuo genere. [...]"
Risposta: "Lovecraft mi ha influenzato, ma ho perso interesse per i suoi "orrori senza nome" intorno ai 20 anni. Richard Matheson è l'autore che più ha influito sul mio lavoro, lui ha portato l'orrore in periferia, tra la gente che conoscevo. E sì, mi considero più uno scrittore Americano che uno scrittore di horror e suspense. Amo la lingua americana, [...] e mi piacerebbe se la gente dicesse di me: 'La sua scrittura riflette fedelmente l'America in cui ha vissuto'."
Jake: "Il saggio (di King: NdT Maurizio Ragusa) cerca di cancellare la distizione tra narrativa di genere e letteratura alta. Finge di non aver notato che gli autori di fantascienza di successo sono abitualmente prolifici. I fruitori di narrativa di genere capiscono relativamente poco. Non assaporano i libri, li divorano e ne chiedono subito altri. [...] Non badano molto alle finezze letterarie. Il compito di un autore di genere è quello di alimentare questo appetito, non di creare opere durature e significative. Un autore di fantascienza è mediamente più prolifico di quanto lo siano mediamente gli scrittori di letteratura alta."
Risposta: "In questa esposizione ci sono molti postulati non dimostrabili, in particolare che i consumatori di letteratura di genere non capiscono molto. Potrei obiettare, ma Jake cambierebbe idea? Credo di no."
Kim Louise domanda: "Che ne pensa dei libri inediti che vengono pubblicati spesso dai parenti di alcuni autori dopo la loro morte, o di qualcuno che proseguisse la scrittura di qualcosa di suo (ad esempio La Torre Nera) perchè lei non è più nelle condizioni di farlo?"
Risposta: "Non avrei mai permesso a un altro scrittore di proseguire la serie della Torre Nera. [...] La decisione di pubblicare le mie opere finite, se diventassi mentalmente incapace, sarebbe nelle mani di mia moglie e dei miei figli, e confido in loro. Come ho fiducia in loro per completare un lavoro che stavo per finire."
Barbara: "King non è della stessa categoria degli autori letterari a cui si paragona [...], ma è forse il miglior autore di letteratura di svago della sua generazione. Pet Sematary ha avuto un così forte impatto su di me che dovetti chiamare un mio amico alle 3 del mattino... Sono passati 30 anni da quella notte e ancora ne ridiamo."
Risposta: "Questo è quello che voglio dai lettori: quella reazione viscerale. [...]"
Brett: "Quando ti accorgi di un punto debole della scrittura, come fai a rafforzarlo?"
Risposta: "L'unico modo per affrontare le debolezze è isolarle. Lo si può fare leggendo le recensioni dei critici che si focalizzano sullo stesso aspetto negativo; se molti dicono che qualcosa non va, probabilmente è così. [...] Bisogna soprattutto guardare al proprio lavoro con occhio freddo."
Cheryl, da ultima: "Come pensi che evolverà la narrativa per attirare l'attenzione delle nuove generazioni? Cosa pensi si sia guadagnato, e cosa abbiamo perso?"
Risposta: "Credo che l'evoluzione della narrativa sia nel complesso un mito. [...]"
QUI l'articolo di King che ha suscitato le domande dei lettori
[fonte: nytimes.com]
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