Da oggi disponibile un romanzo dello statunitense Don Robertson (1929-1999) finora mai edito in Italia: L'uomo autentico.
Impreziosito dall'introduzione di Stephen King presente nell'edizione americana, è tradotto da Nicola Manuppelli.
Editore: Nutrimenti
Dal sito dell'editore: In un'intervista del 2015 al New York Times, alla domanda su
chi fosse il suo scrittore preferito di tutti i tempi, Stephen King ha
risposto: Don Robertson. Alcuni anni prima, aveva ospitato nel catalogo
della sua casa editrice questo libro crudo e scioccante, l'inclemente
testamento di un autore dal percorso irregolare, celebrato e poi
trascurato, difficile da classificare, se non rifugiandosi nella
definizione che ne ha dato lo stesso King nella sua introduzione al
romanzo: "Uno dei più grandi scrittori meno conosciuti degli Stati
Uniti".
L'uomo autentico è il libro di un Robertson quasi
sessantenne, e forse non a caso parla di vecchiaia, di illusioni
tradite, di domande rimaste fatalmente senza risposta. Lo fa aggirandosi
tra i fumi di petrolio di Houston, in Texas, per raccontare la storia
di Herman Marshall, un uomo semplice, uno come tanti, che realizza con
orrore, nell'ultima stagione della vita, di aver raccolto soltanto
sconfitte e stanchezza. Ha ucciso i tedeschi in guerra, è stato piantato
per anni sul sedile di un camion, ha visto un figlio soffrire le pene
dell'inferno e andarsene; ora passa il tempo ad accudire la moglie
malata e a bere birra insieme a un gruppo di vecchi come lui. Annientato
dall'ennesimo dolore, Herman Marshall decide di mettere in atto il suo
personale regolamento di conti, la sua disperata vendetta contro la
vita, in un finale duro e feroce, che lascia senza respiro.
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