Fedeli Lettori del blog, ho da poco terminato la lettura della trilogia poliziesca di Bill Hodges, conclusasi con Fine Turno.
Una saga che divide abbastanza i fan di Stephen King, poco abituati a romanzi d'investigazione classica dove il detective di turno va alla caccia dell'assassino.
Personalmente l'ho trovata nel complesso molto godibile e spassosa, senza dubbio. Ma... eh sì, c'è un ma. La trama ha secondo me vari punti deboli, con singole scelte narrative a volte poco originali o del tutto anonime: su tutte la conclusione del primo volume (che sembra ricalcare quella di un altro libro di King degli anni '90).
I punti di forza sono altri: la figura del cattivo, quel Brady Hartsfield così mentalmente disturbato da eccitarsi al pensiero di un rapporto sessuale con la propria madre, e lo sfondo su cui si svolge tutta la vicenda, quello dell'America in crisi economica dove le persone sono disposte a tutto per un posto di lavoro, e in cui emerge tutta la fragilità umana di un mondo ipercollegato tramite internet, ma che ha perso molti dei suoi valori fondamentali.
King, d'altronde, è un vero maestro nel raccontare i suoi tempi e a tastare il polso della società del periodo storico di cui di volta in volta scrive.
Ma, al di là di questo, è stata una lettura che non ha preso un posto speciale nel mio cuore come è accaduto altre volte. Non ho voltato l'ultima pagina del terzo libro con gli occhi gonfi di lacrime, ecco.
Non mi sono affezionato a personaggi bislacchi come Holly Gibney o il giovane Jerome, l'una difficile da inquadrare (a tratti simile al Monk della serie tv su Rete4, ma senza suscitare in me la stessa tenerezza) e l'altro spesso piatto e prevedibile.
Inoltre, l'inserimento in Chi perde paga di Hodges e dei suoi due aiutanti mi è parso non necessario. Il secondo volume, il più attraente per i miei gusti dal punto di vista della trama, poteva benissimo restare avulso dalla trilogia, dal momento che il suo nucleo centrale è l'ossessione di un fan per il suo scrittore preferito, e non la caccia a Brady.
Insomma, leggendo questi libri mi sono sicuramente divertito, ma non innamorato. E' stato un po' come aver visto di sfuggita una bella ragazza passare per strada, senza, però, che i suoi occhi mi rimanessero impressi nella mente a distanza di giorni.
Lunghi giorni e piacevoli notti,
Maurizio
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