Quelli di Rolling Stone hanno parlato con Stephen King dell'impatto che ha avuto su di lui la musica di Bob Dylan, a pochi giorni dalla consegna al cantautore del Nobel per la Letteratura.
"Dovevo avere sui 14 anni la prima volta che ho ascoltato Bob Dylan" - dice King - "ero sul sedile posteriore di un'auto di ritorno dalla visione di un film."
"Ci sono così tante grandi canzoni. Quella a cui ritorno più spesso è "Shelter From the Storm". Il ritornello mi ha sempre colpito come qualcosa di mistico: '"Come in, she said/I'll give you shelter from the storm"... Ho la pelle d'oca a pensarci.
"Anche "Tangled Up in Blue", che ho citato nel mio saggio sull'esperienza al college negli anni Sessanta [Hearts in Suspension, NdT]. E' uscita tempo dopo il periodo in cui andavo all'Università, ma quando l'ho sentita ho pensato che stesse parlando di quanto lontano andiamo da dove siamo partiti: "Some are mathematicians/Some are carpenters wives/Don't know how it all got started/I don't know what they're doin' with their lives."
"Un'altro pezzo che ho sempre amato: "Stuck Inside of Mobile With the Memphis Blues Again."
"Non ho mai incontrato Bob, ma ho fatto molte chiacchierate su di lui col mio amico John Mellencamp.
"Le persone che si lamentano del Nobel assegnatogli o non capiscono nulla o fanno come la volpe che dice che l'uva è acerba. Ho visto molti autori di letteratura che hanno storto il naso a questa cosa, come Gary Shteyngart. Ebbene, ho una notizia per te, Gary: ci sono un sacco di scrittori meritevoli che non hanno mai ricevuto il Nobel.
"I miei figli ascoltano Dylan, e lo stesso fanno i miei nipoti. Sono tre generazioni. Molte persone della musica pop brillano per un istante, e poi svaniscono. Non Dylan."
[L'intervista intera su: rollingstone.com]
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