"Avevo un'idea ben chiara fin da subito di dove volevo che arrivasse la Cemetery Dance" - dice Chizmar - "ma non ho mai guardato troppo in là nel futuro. E' stato davvero un lavoro quotidiano per i primi dieci anni, per 12-14 ore al giorno, a volte sette giorni su sette. [...] Credimi, abbiamo fatto molti errori lungo la strada, ma abbiamo sempre creduto nella nostra visione e abbiamo sempre avuto una grande passione per quello che stavamo cercando di fare. In più eravamo testardi."
Chizmar non ha mai preso in considerazione il fallimento quando ha iniziato a pubblicare letteratura horror di qualità, e ha sfruttato la mentalità da atleta che gli è servita molto in passato per assicurarsi che la CD diventasse un leader quale è oggi nell'ambito dell'horror. Attualmente, la CD annovera nel suo catalogo oltre 200 volumi.
"Ho un background da sportivo" - continua Chizmar - "Ho giocato a lacrosse al liceo e all'università, e ho riportato molte di quelle filosofie di gioco nella mia attività. [...] Ho creduto in me stesso e nella squadra che si è formata attorno a me. Ho cercato di imparare dai miei errori e di non ripeterli due volte. Non temevo il fallimento a breve termine, ho provato ad accettarlo come parte del processo. Guardandomi alle spalle, credo sia stata una combinazione di forte etica del lavoro, molta fortuna e tanta ingenuità."
E anche Stephen King ha contribuito al successo della casa editrice...
"Era la primavera del 1990, io e mia moglie stavamo uscendo di casa. Controllai la buca delle lettere, e tirai fuori una cartolina inviata da un certo Chuck Verrill. Non avevo mai sentito parlare di Chuck, avevamo fretta, e ho dato un'occhiata veloce. C'era scritto qualcosa tipo: 'Ciao, Rich, sono l'agente di Stephen King. Mi ha chiesto di inviarti un nuovo racconto... Steve è un grande fan della Cemetery Dance e gli piacerebbe molto vederlo pubblicato sulle pagine della rivista'. Bene, ho quasi avuto un attacco di cuore in quel momento; sono tornato indietro nel nostro appartamento, giù per la sala e nel mio ufficio. In mezzo ad almeno due-trecento buste ce n'era una con l'etichetta di Chuck Verrill, New York City. Ho strappato la busta, ho tirato fuori il manoscritto e mi sono seduto sul pavimento del mio ufficio a leggere Denti Chiacchierini (uscito poi in Incubi&Deliri, NdR). Una volta letta la storia ho lasciato un messaggio a Chuck per dirgli quanto mi era piaciuta. Poi io e mia moglie siamo usciti, e al nostro ritorno a casa c'era un messaggio nella segreteria telefonica. Era di Stephen King, che mi ringraziava per aver apprezzato il suo racconto."
King e Chizmar |
Richard Chizmar ha avuto modo quest'anno di realizzare un altro sogno, e dare ulteriore lustro alla sua rinomata casa editrice, collaborando con Stephen King alla stesura di una novella, Gwendy's Button Box, uscita il 16 maggio. Un progetto di cui Chizmar aveva già narrato la genesi tempo fa.
"Stephen mi aveva detto che aveva un racconto che non riusciva a terminare, gli dissi che mi sarebbe piaciuto leggerlo. La sera successiva trovai Gwendy's Button Box con questo messaggio: 'Fai quello che vuoi con questo.' Gli ho risposto che ero entusiasta di proseguirlo! Ma ero anche moderatamente terrorizzato. Ho fatto sedimentare l'idea nel weekend, e quando mi sono seduto il lunedì mattina la paura mi ha attanagliato per una buona ora e passa... Come diavolo avrei potuto collaborare con Stephen King? Per fortuna la sensazione non è durata e la storia mi ha portato via, prima che me ne accorgessi mi sono trovato a Castle Rock! La storia che Steve mi inviò inizialmente era lunga poco più di 7000 parole. Ho inviato a lui alcune pagine, poi ci siamo passati la palla a vicenda. Alla fine abbiamo riscritto da capo tutto. Ognuno di noi ha migliorato qualche parte dell'altro. L'intero processo è stato affascinante e dannatamente divertente."
[fonte: mangledmatters.wordpress.com]
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