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8 maggio 2017

La Zona Morta - Un romanzo struggente e profetico

Fedeli Lettori del blog, ho concluso in questo fine settimana la seconda lettura de La Zona Morta di Stephen King, otto anni dopo la prima volta.



Pubblicato negli Stati Uniti nel 1979, è il primo libro di King uscito con la casa editrice Viking. E non solo: si tratta della prima storia ambientata a Castle Rock, la cittadina che sarà teatro di molti altri romanzi del Nostro.

SPOILER ALERT!

Tutto ruota attorno alla sventurata esistenza di John Smith, un ragazzo che dopo un incidente stradale rimane in coma per oltre quattro anni. Nessuno pensava che si sarebbe risvegliato, e invece...
Johnny riapre gli occhi nella sua stanza d'ospedale. Per lui sono passate solo poche ore da quando aveva preso un taxi dopo aver accompagnato la fidanzata Sarah a casa. Ricorda a stento l'impatto frontale con quell'altra maledetta auto.
Chi può trovare il coraggio di dirgli che, mentre lui vegetava in un letto, il mondo che conosceva spariva?  Sarah si è sposata con un altro. La magia di quella serata in fiera con lei è destinata a restare un ricordo che lascerà ferite sanguinanti. Un amore mancato. Baci sulla ruota panoramica congelati nell'istantanea di un fotografo.

Anche la vita dei genitori di Johnny cessa di avere un senso. Il padre Herb si butta a capofitto sul lavoro, mentre la madre Vera perde il senno, in un delirio religioso che arriva al fanatismo (ricordando a tratti la figura della madre di Carrie White): inizialmente convinta che Dio abbia punito il figlio per i loro peccati, Vera giunge poi ad autoconvincersi che il Signore ha fatto di Johnny un privilegiato.

E' forse una delle storie più terribili e disperate narrate da King. Possiamo solo immaginare i pensieri cupi che attraversano la mente di un uomo che in un attimo fatale perde tutto. Ferito nel cuore e nel fisico, Johnny affronta una lunga Via Crucis sulla strada verso la riabilitazione. E scopre, suo malgrado, di possedere un dono. Si accorge che, a volte, toccando le persone riesce a conoscerne i segreti più intimi, e a prevedere il loro futuro.

Una capacità che forse molte persone vorrebbero possedere, ignare delle conseguenze. Sì, perchè la vita di Johnny presto si trasforma in un inferno. Tra chi lo evita temendo che possa sbirciare nei torbidi segreti del passato, e chi invece lo tempesta di lettere supplicandolo di predirgli come andrà il futuro.

John ha bisogno di isolarsi, di fare quadrato attorno a se stesso. King ci mette di fronte al dilemma del protagonista, che non sa fino a che punto la sua dote sia un dono o una condanna. Come farne il giusto uso? E soprattutto: è bene farne uso?

Il nostro Johnny lo scopre quando lo sceriffo Bannerman di Castle Rock lo contatta. C'è un serial killer in città che miete vittime da anni, e Bannerman non sa più che pesci pigliare. Si sente un pazzo ad aver chiesto la consulenza di un veggente, o presunto tale. Ma è disperato e disposto a tutto.
E Johnny accetta di aiutarlo. Dopo un iniziale rifiuto categorico e indispettito, Johnny consente a dare una mano nelle ricerche dello strangolatore di Castle Rock.

Il caso viene risolto.

John Smith scopre ancora una volta di avere nelle sue mani uno strumento che, se utilizzato con coscienza, può essere di aiuto all'umanità. Quell'umanità che è minacciata da un singolo uomo: Greg Stillson, candidato indipendente per il New Hampshire alla Camera dei Deputati.

A questo punto la storia che ci narra Stephen King assume contorni quanto mai profetici, alla luce dei recenti cambiamenti politici nella scena internazionale. Mi riferisco, ovviamente, all'elezione di Donald J. Trump alla Casa Bianca. In pochi pensavano che questo strampalato imprenditore che sciorinava dichiarazioni razziste, omofobe e sessiste durante tutta la campagna elettorale repubblicana potesse sul serio diventare l'uomo più potente della Terra.
E invece...

Trump ha sfruttato l'onda emotiva e lo scontento degli americani schiacciati dalla crisi economica. Ha fatto promesse, tante promesse. Garantendo ai suoi elettori che avrebbe reso di nuovo grande l'America. Ma come? Costruendo un muro tra gli Usa e il Messico? Annullando i programmi di assistenza sanitaria? Espellendo gli immigrati? Minacciando a destra e a manca di innesacare una guerra nucleare?




Sì, proprio così. E spaventa leggere nelle pagine di King i parallelismi tra Greg Stillson e Trump. Tra gli obiettivi del programma politico di Stillson non mancano propositi folkloristici, come l'invio di tutta la spazzatura nello spazio, per risolvere così il problema dell'inquinamento.

"Avremo aria pulita, avremo acqua pulita, 
e le avremo entro sei mesi!"


Non poteva mancare la promessa
di benzina e petrolio a volontà:

"Metteremo termine ai giochetti di quegli arabi e useremo le maniere forti! L'inverno prossimo, nel New Hampshire, non 
ci saranno più vecchi e vecchie ridotti 
  in ghiaccioli, come l'inverno scorso!"





Gli avversari politici di Stillson non lo temono molto, lo vedono solo come un simpatico personaggio bislacco. Anche la stampa sembra non dargli credito, ma la gente comune inizia a guardare a lui come a una novità interessante. Un cambiamento necessario: "E' un buffone, d'accordo! Ma forse la gente ha bisogno ogni tanto di una parentesi comica."

Peccato che di comico Johnny non veda proprio nulla quando stringe la mano a Greg Stillson durante un suo comizio.

"Non ho alcun dubbio" - scrive John nei suoi appunti - "Diventerà presidente e innescherà una guerra. O la provocherà, a causa magari d'un semplice uso improprio della sua carica. Il che fa lo stesso."



Se non avete letto il romanzo, non vi anticipo come deciderà di agire Johnny. Ma queste parole ci fanno rendere conto di quanto King abbia sempre avuto una capacità di lettura della società circostante davvero notevole, tanto da risultare profetica.

Lunghi giorni e piacevoli notti

Maurizio

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