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19 dicembre 2021

Le mie opinioni su «Billy Summers» di Stephen King


19 dicembre 2021

Fedeli Lettori del blog, con un po' di ritardo rispetto a quanto avevo previsto, vengo a riferirvi brevemente qui le mie impressioni sull'ultimo libro pubblicato da Stephen King, Billy Summers, che come è noto racconta la storia di un cecchino infallibile che ha deciso che il prossimo sarà il suo ultimo incarico. E userà una copertura singolare, fingendosi uno scrittore in ritiro solitario alle prese con la stesura di un romanzo.

Un romanzo che, di fatto, Billy scrive davvero, e in cui racconta le sue memorie d'infanzia e la terribile esperienza vissuta in Iraq, nelle fila dei Marines.

Quello del processo di scrittura è uno degli anelli che lega magistralmente tutte le pagine dell'opera, facendo guardare a Billy Summers come a una grande versione romanzata del saggio On Writing, il manuale di Stephen King sullo scrivere, edito nel 2000.

Tormento ed estasi.
E cura, soprattutto cura.

Il mondo è pieno di libri incompleti chiusi nei cassetti delle scrivanie, perché sono diventati troppo pesanti per reggerne il peso, e gli autori hanno preferito liberarsene.

La scrittura come liberazione dai propri demoni interiori, un tema che attraversa da sempre la narrativa di Stephen King, e che a quanto pare non smette di affascinare il Re (e il sottoscritto).

King incastona la tematica all'interno di quello che è in parte un thriller, via via sempre più appassionante, e che svolta a un certo punto in un road-novel che vede il protagonista in fuga assieme a una giovane ragazza, Alice, soccorsa dopo una violenza.
Un dualismo che ha riportato alla mente di molti il film Léon del 1994 di Luc Besson, con Jean Reno e Natalie Portman.

Ad avermi fatto storcere il naso sono, purtroppo, alcune scelte narrative di King nel descriverci il rapporto tra Billy ed Alice, essendomi parse a tratti di una inverosimiglianza esagerata, facendo calare, per mio gusto, il livello della storia.
Ma a volte, provando a citare a memoria una frase del libro, certe cose sono troppo bizzarre per non essere vere, la vita reale può davvero essere buffa oltre ogni immaginazione, ma resto perplesso su alcuni passaggi...

L'altro anello che allaccia perfettamente le pagine del romanzo è il dilemma morale che attanaglia Billy, che se da un lato porta su di sé il peso della morte di molte persone, dall'altro le vite che ha spezzato sono appartenute a uomini spregevoli che agli occhi del mondo si potrebbe faticare a ritenere degne di rispetto.

"Quando fai del male a qualcuno ti resta una cicatrice." - dice Billy - "E la cicatrice è nella tua mente. Nel tuo spirito. E' giusto che sia così, perché fare del male a qualcuno, uccidere qualcuno, non è una cosa di poco conto."

Una riflessione etica molto complessa che King affronta in modo sottile e mai banale.

Se provo a pensare, invece, a un altro piccolo aspetto del libro che non mi ha entusiasmato, è la miriade di personaggi secondari che Billy incontra durante la sua "missione". Mi è sembrato sia mancata la proverbiale capacità di King di tratteggiare con densità i personaggi che restano sullo sfondo, l'abilità descrittiva del Re di farli entrare nel cuore del lettore con poche apparizioni: mi sono sembrati comparse prive di tridimensionalità.

Le splendide battute finali del romanzo sono un parziale riscatto delle parti della storia che non ho apprezzato, le ho trovate tra le pagine più belle mai scritte da Stephen King, che con maestria chiude il cerchio narrativo di un romanzo quasi perfetto, non accostabile, come ho letto, per quanto mi riguarda, a un'opera fuoriclasse come 22/11/'63.

Billy Summers non rientrerà forse tra i miei King preferiti, ma è comunque una bella lettura, un'opera che sa intrattenere fino alla fine.

Avercene di libri così.

Lunghi giorni e piacevoli notti

Maurizio

4 commenti:

  1. Sinceramente ho trovato il romanzo bellissimo ,forse tra i più belli scritti negli ultimi anni dal Re. Ma si sa i gusti come le opinioni sono personali

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  2. Il peggior romanzo del Re.

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  3. Per me, uno dei migliori degli ultimi anni. Certo, qualche difettuccio c'è, ma è comunque una storia godibilissima e con uno dei suoi migliori finali...

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  4. Appena finito, ma secondo me tutti gli intrecci paiono alquanto inverosimili (non solo le vicende con Alice, che a volte rasentano il ridicolo). Va bene che la vita è spesso più strana di un romanzo, ma manca il realismo con cui SK sa rendere plausibili anche i personaggi e le situazioni più assurde. Faticosi e poco integrati con la storia principale i flashback delle vicende di Billy in Iraq: stride il contrasto con quelli su infanzia e adolescenza, puro kinghismo. E quale Fedele Lettore non ha rabbrividito davanti a un certo quadro "mutante" con siepi a forma di animali....

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