Alessandro Tenaglia |
Scegliere IT come romanzo di riferimento è stata una scelta azzeccatissima, la storia di Derry è la summa della concezione del Male che invade il mondo e le nostre menti. Il diavolo (Pennywise) come presenza concepibile solo se gli esseri umani gli offrono accoglienza nel loro cuore. Dio è invece l'àncora di salvezza, l'entità a cui rivolgersi anche nel dubbio sulla sua esistenza.
L'autore ci mostra come nell'opera kinghiana magia pagana e fede si intreccino, remando contro la razionalità, quella stessa razionalità che non permette a Stan Uris di credere fino in fondo, e che lo spingerà a ritirarsi dalla lotta contro IT, metafora delle paure di tutti noi.
La dicotomia tra Bene e Male domina anche L'ombra dello scorpione, ma in IT la lotta psicologica parte dall'infanzia, costringe a fare i conti coi ricordi giovanili, quel periodo magico della vita che decide le persone che diventeremo, con tutte le implicazini psicanalitiche freudianei sull'infanzia, sugli eventi che da adulti tendiamo a rimuovere, come faranno i Perdenti.
Tra quegli stessi Perdenti, Tenaglia intravede anche figure bibliche: Bill in primis, predestinato come un nuovo Davide a guidare i compagni nella battaglia contro il Male (Golia), costretto dal fato ad aiutare i suoi amici a credere. A credere in Dio? Ad avere Fede in Lui? Sì, forse, ma in fondo non importa in cosa si crede, conta solo credere.
D'altronde, nella dedica ai figli King fa una vera e propria dichiarazione di fede: "La magia esiste".
Lunghi giorni,
Maurizio
Il saggio di Alessandro Tenaglia è edito da Claudiana nella collana Nostro Tempo (2016)
Ottima recensione, complimenti :)
RispondiEliminaHo dedicato appositamente un post a questo volume perchè mi è sembrato un testo valido, in cui non si esagera nelle interpretazioni, come spesso accade. ;-)
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